Passata di pomodoro: Divella, migliore acquisto
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Dalla pasta alla pizza, la passata di pomodoro è un ingrediente indispensabile nella cucina degli italiani. Non a caso rappresenta il 60% del mercato delle conserve di pomodoro, battendo polpe, pelati… Per questo sono periodicamente al centro dei test di Altroconsumo. Nell’ultima prova di laboratorio l’associazione ha esaminato 23 bottiglie valutando: qualità, contenuto di sale, pulizia, presenza di pesticidi e tossine prodotte da muffe. Non poteva mancare anche la prova di assaggio dei consumatori.

Il titolo di “Migliore del test” è andato alla passata di pomodoro dolce dell’Emilia Romagna a marchio Le Conserve della Nonna, che ottiene un giudizio ottimo anche nel test di assaggio. Nota dolente: è una delle passate più care. In seconda posizione troviamo il pomodoro lavorato fresco De Rica con risultati molto simili. Terza classificata la passata classica Pomì, con un giudizio globale buono.

In quarta e quinta posizione troviamo i prodotti che ricevono il titolo di “Miglior acquisto”: si tratta della Pummarò corposa Star e della passata di pomodoro Delizie Campagnole Divella, che hanno risultati simili sia in laboratorio che nel test di assaggio, e in più sono molto convenienti. Nel gruppo dei prodotti considerati di buona qualità ci sono marchi famosi come Mutti, Cirio e Santa Rosa.

In fondo alla classifica, con un giudizio “sufficiente” troviamo Delizie dal Sole Eurospin, spesso al centro delle polemiche per la pratica delle aste al doppio ribasso usate dalla catena di supermercati per l’approvvigionamento, penalizzata dal test di assaggio. Appena sopra ci sono i due prodotti più costosi entrambi da agricoltura biologica: Alce Nero e Libera Terra. Anche in questo caso, la prova organolettica ha influito sul punteggio totale. Anche la passata extrafine Petti che si era aggiudicata la prima posizione nella precedente analisi di Altroconsumo questa volta si colloca nella parte inferiore della classifica. Questa  cosa si può giustificare perché la materia prima può cambiare da un anno all’altro in relazione all’andamento stagionale.

In tutti i prodotti testati non è stata trovata traccia di acqua aggiunta, una pratica vietata dal 2005, quando è stata messa al bando la possibilità di preparare la passata partendo dal concentrato. Tutto bene per i contaminanti. I pesticidi erano assenti nei prodotti biologici e nella  passata a marchio La Torrente, pochi e sotto i livelli consentiti negli altri prodotti. L’ultimo parametro analizzato è la presenza della tossina dell’Alternaria, un genere di muffe che colpisce frutta e verdura: la stragrande maggioranza dei prodotti testati ne è risultata priva.

Tutte le passate analizzate sono prodotte con pomodoro 100% italiano, un’indicazione che, fa notare Altroconsumo, è usata come uno slogan, come se la provenienza italiana sia una garanzia di qualità e sicurezza superiore. La rivista evidenzia che per evitare dubbi sull’origine della materia prima (da anni si insinua l’impiego di prodotto cinese), è stato messo a punto un test, basato sul rapporto tra due isotopi radioattivi dello stronzio.

La marca di pomodoro Gino prodotto in Italia con concentrato di pomodoro, è venduta solo all’estero

Il problema è che negli ultimi anni non ci sono notizie di utilizzo fraudolento di concentrato di pomodoro cinese nel prodotto italiano. L’aggiunta del concentrato importato dalla Cina è una grande bufala, come abbiamo già scritto. Questa storia nasce perché in Italia arrivano grandi quantità di doppio e triplo concentrato, che viene rilavorato e usato come ingrediente per sughi e altri prodotti in scatola destinati a Libia, Ghana, Nigeria e decine di altri Paesi. In virtù di questa lavorazione, i prodotti confezionati posso riportare sia la dicitura “Made in Italy”, sia i colori della nostra bandiera. Qualcuno sostiene che una parte di queste conserve potrebbe fermarsi in Italia, ma non è vero. I barattoli hanno marchi e noi sconosciuti come ad esempio Gino. In Italia si trasformano mediamente ogni anno oltre 5 milioni di tonnellate di pomodoro fresco: importiamo circa 200 mila tonnellate di concentrato di pomodoro da diversi mercati – quali la Cina, gli USA, la Spagna, il Portogallo e la Grecia – ma ne esportiamo più del doppio.

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